Lettera A

17 Risposte to “Lettera A”

  1. stefy Says:

    A come Amicizia

    un amico non mi serve quando ho ragione,
    un amico mi serve quando ho torto….

  2. cornflakes_boy Says:

    AIUOLE.

    Dovremmo amarla di più questa parola. Tutti gli italiani scolarizzati ci sono passati per imparare le vocali. E’ stata per quasi tutti noi una specie di preghiera laica, recitata nella convinzione di un futuro migliore in cui avremmo spadroneggiato vocali e consonanti. E’ una parola che ci rende tutti uguali, che ha il potere di evocare in quasi tutti noi ricordi di infanzia, di classi, di vecchi compagni, di maestre. Credo sia ormai totalmente decontestualizzata. Anche se la si usa per caso in un discorso (es: non si pestano i fiori nelle aiuole), in un angolino della nostra mente al suono di questa parola partirà un effetto domino di ricordi e sensazioni di un periodo lonatano e rassicurante. E onestamente: cosa si può chiedere di più ad una parola?

  3. linda Says:

    ALEPH
    (libera rielaborazione del concetto borgesiano)

    L’aleph è la sensazione dolce e insieme angosciosa di esserci quasi, è il momento prima di. Quasi sempre il momento prima di una cosa brutta, terribile. Gli inglesi lo chiamerebbero “the last bliss”.
    È da privilegiati vivere l’alpeh. L’aleph non arriva sempre, arriva solo se quel “prima di” è lungo abbastanza da darti il tempo di capire cosa sta per succedere, ma non troppo da farti abituare all’idea, e magari stancartene.
    Per ogni evento c’è una durata congeniale per godersi appieno l’aleph.
    L’aleph può anche durare un mese o un anno – l’aleph di una partenza definitiva, o di una morte annunciata, per esempio. Ma se è troppo lunga e la sua intensità si diluisce, può arrivare a essere spiacevole o insignificante, per logorio. Se dura una settimana è di una rotondità perfetta per avvolgerti.
    Ma un’aleph che dura un giorno intero, meglio ancora una notte, può essere bellissima.
    Se quando una persona ti lascia lo fa nel modo giusto e ancora ti ama un po’, può regalarti l’aleph migliore che ti possa capitare.

    Te lo dice lei stessa che sta succedendo, te lo sussurra premendo le labbra contro la tua spalla, di dietro, durante un abbraccio lungo. Ti dice “basta” con le labbra sulla spalla ed è come se dicesse “Io muoio”. Per te, muoio. TI muoio.
    Poi però aggiunge, Ma non subito, resto con te fino a domani.
    E allora tu ridi tanto, con la gola e nella pancia, nascondendoti perché lei non ti veda ridere della sua morte, ridi di felicità autentica perché fino a domani è un’eternità, un tempo che può espandersi a dismisura, e ora è solo l’inizio. Parlerete della fine, piangerete perché lei ti morirà, ma nella vita di tempo che c’è prima di arrivare a domani ti abbraccerà e ti terrà le mani sulla fronte e ti consolerà del suo morirti, così dolcemente che forse ne varrà la pena. Perchè la tua coscienza sveglia farà da eco a tutte le sue parole, il nido ovattato dell’aleph ti farà gioire anche dell’ultimo angolo di labbra, l’ultima curva di spalle, la piega della maglietta, e sarà tutto così tanto, che in un’implosione il presente potrebbe anche scoppiare e il futuro decidere di non arrivare.

    Poi, certo, arriva.
    E quando lei ti è morta, ti è andata via dalle braccia, e si sa, non c’è stato bisogno di dirlo, che non tornerà – e tu sei piccola di statura ma dentro contieni grandissimo il suo morirti – lì allora smetti.
    Smetti di.

    (eppure)

  4. COCCA Says:

    A come abbraccio, che è tutto e il contrario di tutto…gioia, dolore, ritrovarsi, lasciarsi, affetto sincero, ritualità, reale, ideale, quiete, tempesta, complicità…mai indifferenza

  5. Mauro Says:

    Avido.
    Può sembrare strano che abbia scelto una parola che indica un sentimento negativo, però a parte che mi piace per il suono e per la lettera v che contiene ma è soprattutto perché in maniera esagerata descrive la mia curiosità, il mio desiderio di conoscenza di cose, fatti e persone.

  6. GIANCARLO TRAMUTOLI Says:

    AD MAJORA:
    Si usa per augurare a qualcuno una maggiorata.

  7. GIANCARLO TRAMUTOLI Says:

    ARMSTRONG:
    Primo uomo a suonare la tromba sulla Luna.

  8. Melania Says:

    AMORE.

    Quando setacci il Sapere, attorniato da infinite parole e sfumature ma, t’accorgi che una è in grado di contenere le più belle: amore.

  9. aquatarkus Says:

    ANALOGICO
    il sentimento è analogico perchè non si può frammentare in elementi logici comprensibili (se ci si riesce non è un sentimento, quando è autentico non si può più ricomporre)

  10. GIANCARLO TRAMUTOLI Says:

    ACARO:
    Parassita mitologico che tentò di raggiungere il Sole senza riuscirvi, precipitando sulla scabbia.

  11. Francesca Says:

    Acqua.
    Acqua è vita e nascita, acqua è freschezza, acqua è divertimento, acqua è inizio è fine.

  12. Laura Gramuglia Says:

    ACCORDO

    Quando suono accordo lo strumento. Quando scrivo accordo le parole. Quando parlo accordo i pensieri. Tutto pur di non stonare. Tutto pur di emettere una nota che si accordi al resto. Un motivo reale che si accordi all’animo e che abbia lo spessore necessario per restare incollato a terra, la giusta struttura per non ingombrare e la potenza per raggiungere anche le orecchie più distratte.

  13. Giuliana Says:

    ALTROVE
    Altrove è dove vorresti essere, ora. E’ dove rivolge il suo sguardo per farti intuire le parole non dette. Altrove è dove ha posto la sua attenzione, è dove sono i suoi pensieri. Anche se dice “bene” e “niente” e “è per il lavoro”.
    Altrove è dove i suoi passi conducono, fuori dalla tua storia.
    Altrove è la tua alternativa.

  14. valeria Says:

    A..amore:
    che bello al mattino sei la prima cosa che vedo…ti saluto tu avvolto nelle coperte “rantoli” qualcosa….mi chiamerai dopo!
    che pazienza per le tue richieste impossibili ..magari dopo una giornata..o una settimana da urlo!!!
    …e poi la gelosia per il cane..”tu vuoi più bene al cane che a me!!!!”…meraviglioso quando lo dici…tenero..e assolutamente divertente!!!
    …e infondo è bello trovarti stordito davanti al televisore…ma soddisfatto perchè hai finito HALO!!!!
    sarà bello sta sera andare a dormire…con te accanto pronto ad afferrare il mio libro prima che io me lo dia sul naso perchè mi addormento!!!

  15. ginevra Says:

    ATTO

    Atto. Sinonimo di azione brevissima ma rispetto a questa più semplice, più spedito, meno pensato eppure più sensato. Atto. Rivelazione luminosa e cangiante di un’affermazione del volere o del sentire. Atto. Comandamento di remissione espresso in una formula rituale. Atto. Moto, gesto, cenno che compie un’azione determinata da un’angolatura espressiva di natura altruista. Atto. Effetto che riassume o sostituisce l’idea di partecipazione attraverso la presenza momentanea in un luogo designato. Atto. Arrivo della piena attuazione di un sé e di un me. Atto. Manifestazione limpida dell’oltre colto nella sua assoluta completezza che è in quanto da sempre stato. Atto. Configurarsi e concretarsi di un comportamento compiuto in totale libertà e consapevolezza capace di sagomare, dalla polvere del nulla, un paio di noi. Atto. L’alfa e l’omega con due croci nel mezzo a forma di t. Atto. Con due croci come due tt che fanno tutto. Croci che si porta al centro il matto segnate sotto il petto. Tt che tengono l’attracco che irrompono in attorno e che attraversano l’attratto. Tt che s’attorcigliano in attorto per distendersi in un patto e stupirsi nell’attonito,in quell’uomo incredulo che per attrito, anche se in sogno, indica un luogo astratto. Atto. Suddivisione corrispondente ad un tempo circoscritto. Atto. Se viene mancato è una vocazione omessa o compiuta in modo manchevole o erroneo, per l’intervento di inibizioni o impulsi contrari, non volenti, che sottraggono vita in vita. Atto. Se perso una seconda volta è un vuoto senza soluzione, anche se apparentemente casuale. Perdita di un oggetto d’amore e di ogni cosa, ferita coscientemente aperta ma inconsciamente richiusa in futuri anteriori già da dimenticare. Atto. Realizzazione pratica della premessa linguistica costruiamo un rapporto formula quantomai condizionata dalle norme sociali, seppur diretta incondizionatamente a non avere scopo. Atto. E’ dunque dare un ordine, fare una promessa, esprimere un’opinione o fare emergere da dentro, un sentimento. Atto. Dal latino aptus participio passato di apére, significa e ogni giorno torna a significare congiungere, connettere, collegare. Atto. Affine al verbo greco apto, abbraccio, lego, annodo, tocco, pongo mano che è nel sanscrito ap-ati, raggiungere, ottenere termini nei quali è insita l’idea di accarezzare una meta senza stravolgerla perché posseduta (cfr addetto, apice, altare). Atto. Diversifica da adatto e adattato perché egli vale come disposizione notevole a qualcosa di enorme, mentre le altre due parole sono aggettivi che non appartengono perché accennano a questa naturale capacità in esercizio pressappochistico. Atto. Voce che ha tutte queste voci dentro perché nome dell’uomo che come chi-amo risponde a. Atto.

  16. Andrea Lezoli Says:

    ARIANNA

    Più che una parola è un respiro. Un respiro che prende ossigeno da quelle sue prime quattro lettere: a, r, i, a. E come di un respiro, non puoi farne a meno. Qualche volta puoi trattenerlo, certo, puoi anche restare in apnea per qualche tempo, ma poi non ce la fai. Hai bisogno di quell’Aria. E allora la chiami con tutte le forze: Ariannaaaaaa. E se si volta, sei felice.

    Quando non respiri più,

  17. ROSSANA Says:

    Mela
    ognuno di noi dovrebbe riuscire a trovare l’altra metà.
    Io ho trovato Giuseppe ed è la persona perfetta, insieme la mela è perfetta.

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